venerdì 27 febbraio 2009

LETTERA CHOC AL FUNERALE : "Alfredo stava giocando"

Il messaggero marche, martedì 10 2009, di Mauro Marselletti

Nuova versione sull’incidente data dalla compagnia che si trovava in Francia.    Offida(AP) – Lacrime e dolore ieri hai funerali di Alfredo Tassi il giovane attore e macchinista morto giovedì scorso in un incidente sul lavoro accaduto al Grand Theatre di Digione. Migliaia le persone presenti al rito funebre accalcate all’interno della Chiesa Collegiata e nella piazza antistante.Commossa la testimonianza dei rappresentanti dell’associazione culturale “7-8 chili”, della quale il giovane faceva parte. Ognuno di essi ( Davide Calvaresi, Ivana Pierantozzi, Valeria Colonnella, e Giovanni, macchinista come Alfredo) lo ha ricordato leggendo alcune frasi prese da vari libri di Rodari, Italo Calvino e Munari che hanno improntato tanti degli spettacoli del gruppo indirizzati soprattutto hai bambini. Davanti alla bara anche un “mascherone” di scena realizzato dallo stesso Alfredo e “il tappeto della felicità” fatto dai bambini. Indicibile lo stazio dei familiari col papà Ido che ha stretto sempre tra le mani una foto del figlio, la mamma Giacinta, la sorella Mariangela e il fratello Amedeo. Presenti al rito anche i rappresentanti di compagnie teatrali di tutta Italia che conoscevano e apprezzavano da anni il lavoro di Alfredo Tassi.

 Sconcerto ha creato in molti la lettera letta da una delle componenti della Societas Raffaello Sanzio di Cesena, che presenta una nuova “ versione ” del drammatico incidente. La compagnia ha dichiarato che Alfredo Tassi stava “giocando” insieme al regista con la “famosa” macchina dell’incidente e che la tragedia è riconducibile ad una fatalità. “Una cosa davvero fuori luogo” hanno commentato in tanti anche in rapporto alle prime dichiarazioni vaghe e discordanti fornite sulla morte del giovane che addirittura all’inizio si pensava causata da un malore. “ Qualcuno di noi ha provato addirittura indignazione a sentire questa nuova , insensata versione “dice un amico dello scomparso. Alfredo stava lavorando non giocando. Non si può chiamare gioco una cosa che uccide toccante il ricordo di Giulia Capriotti dell’associazione “ 7-8 chili”. “ Alfredo faceva l’attore e il macchinista da quasi dieci anni. La nostra associazione è nata con lui nel 2005 e sentiremo sempre la sua mancanza e il suo “ tocco” anche se purtroppo dovremmo andare avanti senza di lui. Per noi Alfredo era un fratello, la perdita è indicibile” ora la magistratura francese  potrà fare luce su ciò che è veramente successo quel giovedì pomeriggio a Digione. Il feretro è stato riportato in Italia nella notte tra sabato e domenica e   stato esposto nella chiesa della Madonna Addolorata dove è stato vegliato da centinaia di persone. Per tutta la notte gli amici del giovane non hanno voluto abbandonare la bara per un solo istante. Tutto il paese è  sabato in lutto. Domenica è stata sospesa la consueta “domenica degli Amici” e le congreghe che solitamente animano questa festa in segno di lutto hanno scelto di non suonare.  

 

1 commento:

  1. lettera di risposta alla Societas Raffaello Sanzio

    Scriviamo queste righe pubblicamente in risposta alla lettera pubblica che avete letto durante il funerale di Alfredo.

    Siamo offesi e indignati perché crediamo che le vostre parole siano state inopportune in una simile circostanza. Un’offesa alla memoria di Alfredo e all’intelligenza di noi tutti.

    Apparentemente la lettura trasmetteva tanta sicurezza e trasparenza, di fatto le vostre parole non dicevano niente.

    Assurdo raccontare la dinamica dell’incidente davanti a centinaia di persone sotto shock, come se una descrizione dettagliata dell’accaduto potesse lenire la rabbia o giustificare una morte tanto assurda.

    Come è possibile mettere in circolazione una macchina mortale e parlarne definendola “un gioco“?

    Era proprio necessario enfatizzare questo aspetto? A giocare con amici? ....ma lui stava lavorando in una macchina complessa come il teatro, luogo in cui si pretende professionalità.

    Anche noi sappiamo cosa significhi fare teatro e giocare e non crediamo che siano irresponsabili degli adulti che giocano. Ma se davvero di gioco si è trattato, allora sarebbe stato giusto dire anche che si stava giocando con la vita, che il gioco era mortale e che non tutti i giocatori ne conoscevano bene le regole.

    La lettera sembrava più una mossa strategica per discolparvi, un’arringa difensiva gratuita che non ha fatto altro che alimentare in tutti noi l’angoscia , la rabbia e il sospetto.

    Ci aspettavamo meno retorica e più umiltà, che non è soltanto tenere il capo chino, ma sentire quando è il momento di tacere e di abbandonare i vizi del mestiere . A cosa serve tanta cultura, sensibilità, fantasia, creatività, comunicazione, visionarietà, quando poi non si è in grado di capire e rispettare il dolore degli altri?

    Quanti sospetti e confusione ci hanno purtroppo allontanati dalla consapevolezza della morte di Alfredo, rendendo le cose più difficili.

    Non basta che un caro amico sia morto, dobbiamo anche sopportare l’umiliazione di vedere le persone che ci dicono di averlo amato, approfittare del suo funerale per salvaguardarsi .

    Noi vi abbiamo scritto...Sappiamo che non cambierà il corso delle cose..ma dovevamo esporre il nostro sentire pieno di dubbi e costernazione nei confronti della posizione che avete assunto leggendo quella lettera.

    Il nostro rendere pubblica questa lettera è finalizzato a sollevare il tema della sicurezza negli ambienti artistici , per far si che nulla scivoli via, ma si trasformi in un dibattito .

    Gli amici

    RispondiElimina